lunedì 17 luglio 2006

Desperate Housewife

Un uomo lasciato da solo il fine settimana può essere capace delle più grandi follie. Vado a cercare due ukraine e metto in funzione l'idromassaggio ? Mi stordisco di Playstation (che non ho) ? Mi strafogo di dolci da Andreotti ? No, monto le nuove sedie. Risultato: mani a pezzi, non potrò stringere nessun oggetto per le prossime due settimane. Imperativo l'acquisto di un avvitatore, un oggetto che non dovrebbe mancare in nessuna casa. Esauriti i miei task di bravo ometto (ho anche potato i gerani sul terrazzino e travasato una pianta più morta che viva) mi sparo due puntate di Belfagor in lingua originale. Da bambini giocavamo sempre a Belfagor sulla terrazza di Turi Campo, a Scoglitti. Suo fratello Éntoni (forse era Anthony, ma per me resta Éntoni) era Belfagor, mio fratello Andrea era - va da sé - Andrée Bellegarde. Nella nostra variante siciliana, Belfagor era in costume da bagno e inseguiva tutti saltando su un pon pon di gomma arancione. Uno spasso. Disco del momento, 100th Window dei Massive Attack.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma lo sapevi che........

Carfì è cognome normanno dall'inglese carf = scultore in legno, vedi Geoffrey Chaucer, nato tra il 1340 e il 1345, il Dante Alighieri inglese, I Racconti di Canterbury, gruppo A, verso 100; in inglese moderno carv. Altri studiosi farebbero derivare il cognome Carfì dal greco chiodo (Kάρφιόν) = Carfì, per assonanza delle due parole in Magna Grecia; più che altro per il fatto che ivi viveva un ramo dei Carfì (don Guillelmus). Tale stirpe proveniente prima del 1145 (atti di vendita di terreni a Scordia di Catania, citati dal Garufi in Documenti Inediti dell'Epoca Normanna, Palermo 1899) dalla Normandia, stanziatasi nella Contea di Modica (al 90% l’attuale provincia di Ragusa) a Chiaramonte Gulfi, ove fiorì con un Magnifico Nicolò, che con la sua famiglia fu tra i primi abitanti di questa cittadina, si estinse in questa località nel sec. XV. I fasti di questa illustre Famiglia, i cui componenti ebbero sempre il trattamento di Magnifico erano ricordati in una lapide sepolcrale (attualmente esistente sotto all’attuale pavimento di marmo che ha ricoperto tutto all’inizio del 1800) eretta nella Chiesa Madre nel 1572, come ricorda nel libro Famiglie Storiche Chiaramontane del 1903 il Barone Corrado Melfi di S. Maria. Il ramo chiaramontano ebbe nel sec.XVIII un Pietro, un Simone ed il fratello sac. Simone. Due rami di questa prosapia erano già passati a Ragusa e a Vittoria, ed un altro ramo a Santa Severina (Crotone) nel 1326, ove risiedeva Don Guillelmus Carfì (Vendola, Rationes Decimarum Italiae, sec. XIII e XIV, anno 1939), dal cui nome nacquero in zona le città di Carfizzi, Carfici, Carfidi. Anche a Ragusa ebbero il trattamento di Magnifico già prima del 1540. Alfonsina figlia del Magnifico Pietro, sempre nel 1540, contrasse nozze con Antonino Ventura, nobile modicano. Un Giovanni appare con il titolo di Magnifico dal 1572 al 1600. Un Nicolò fu Mastro Notaro nel 1644. Una Giovannula sposò il Barone Serravalli ed una Margherita il Giureconsulto Mariano de Mulé. Qui, dal matrimonio del Magnifico Gaetano Carfì con Carmela Lami, nacque il 2.6.1772 Concetta Marcellina, sposatasi con il nobile ragusano Angelo Geronimo Rosario Cappello (Archivio Chiesa di S. Giorgio a Ragusa Ibla). Anche a Vittoria, ebbero il trattamento di Don (Don Emanuele, Donna Maria (atti di nascita del figlio Giuseppe nel 1865), ecc.) ed è citata più volte nel libro Memorie Storiche di Vittoria del 1877 del barone Paternò Castello di Pozzobollente. Nei primi anni del 1600 su territori del Comune di Chiaramonte Gulfi e di Comiso, fu fondata la città di Vittoria. I Carfì abitavano già, prima di tale fondazione, nel territorio Serra Rovetto e nel Feudo Boscopiano (zone di Vittoria), come attestano antiche mappe, ed anche le attuali (2004) carte topografiche dell'I.G.M., Istituto Geografico Militare), carte ufficiali d'Italia, territorio a quel tempo di Chiaramonte Gulfi). Erano Guglielmo Carfì, che nel febbraio 1586 ricevette “salmas duas terrae in Feudo Nemoris (Bosco) Plani in contrata de Sabugi, confinantes cum via per lo Comiso”, e Filippo Carfì che ricevette altre ”salmas duas terrae in Feudo Nemoris Plani, in contrata Pirayno, confinantes cum via per lo Biscari (Acate), (in: Francesco Ereddia, Vittoria Storia e Tradizione, vol.II, La Contea di Modica, I Feudi Cammarana, Boscopiano e Dirillo, sec.XV e XVI, edizioni del Comune di Vittoria, e Archivio di Stato di Modica) I Carfì contribuirono validamente alla Fondazione della Città di Vittoria (Colonna, figlia di Marcantonio) - da non confondersi con la poetessa -, moglie del Conte Henriquez Cabrera, vicerè di Spagna in Sicilia, nella Contea di Modica, fondatrice della città il 24 aprile 1607 nel territorio di Boscopiano, con Giuseppe nel 1614 (concessione n. 37), Martino il 19.10.1616 (conc. n. 172), Vito nel 1617 (conc. n. 189, Archivio di Stato di Modica). Qui un fratello di Don Emanuele, Giambattista, entrambi figli di Marcello, si sposò nel 1763 con Felicia Manciapani. Il ramo di Don Emanuele, diede luogo ad altri rami: Carfì Pavia, Carfì Scalone (ramo estinto), Carfì Ingallina poi diventato Carfì Linares, tutti con doppi cognomi anagrafici. Il primo Giurato di Vittoria fu appunto Giuseppe Carfì (Barone Paternò Castello, Memorie Storiche di Vittoria, dal 1609 al 1799, edizione 1877), discendente dall’altro Giuseppe (1614), e che sempre il Paternò, a pag.30 cita che un documento del 1763 “contiene le firme dei Primari del luogo , tra cui Giuseppe Carfì di certo discendente dal seniore Giuseppe, primo Giurato di Vittoria”, che figura come uno dei primi firmatari dell’accordo territoriale del 1614 (assegnazione gratuita di quasi 4 ettari di terreno, case ed esenzione delle tasse per 15 anni). Lo stemma Carfì é citato dal Pluchinotta a pag. 25 del Blasonario della Contea di Modica pubblicato a Siracusa nel 1934, e sempre dallo stesso autore é l'articolo pubblicato nel 1932, anno XXX della Rivista del Collegio Araldico, ove cita ancora lo stemma. Attualmente la famiglia, che ha depositato entrambe le Armi (stemmi), vistate dal Ministero dell'Industria con copyright ed anche dal Ministero di Grazia e Giustizia Spagnolo, e la cui riproduzione non autorizzata raffigura reato, con richiesta di danni civili) é rappresentata dal barone cav. prof. Giuseppe Carfì di Serra Rovetto Boscopiano (tale anagraficamente).